Sbarco in quota: questo 2024 inizia all’insegna delle novità, scopriamo di più su cosa sta succedendo
Per oltre 50 anni Genie ha portato sul mercato una dopo l’altra soluzioni centrate sulla sicurezza dell’operatore. L’ultima novità introdotta dal brand americano riguarda lo sbarco in quota e l’innovazione consiste nella creazione di un supplemento che sarà allegato al manuale dell’operatore a partire da quest’anno.
Cosa ha provato a fare Genie, e in che modo?
Genie ha introdotto all’interno dei manuali operativi un indispensabile supplemento per l’operatore e facendo in modo che lo sbarco in quota sia ufficialmente consentito sulle proprie piattaforme.
Cosa è possibile leggere all’interno di questa appendice al manuale operativo?
Che lo sbarco in quota sarà consentito per:
- modelli Z, S, SX realizzati dal 2003 e approvati per i mercati ANSI, AUS e CSA
- tipologie approvate per l’uso nel mercato CE e UKCA
(per conoscere tutti i modelli coinvolti invitiamo alla consultazione del manuale specifico aggiornato fornito dal produttore).
Quindi, da oggi, un operatore che vuole sbarcare in quota da una piattaforma di lavoro elevabile su una superficie o una struttura staccandosi e allontanandosi dalla piattaforma Genie può farlo se:
- possiede una copia del supplemento allegato al manuale di utilizzo
- è stato adeguatamente formato
- conosce le attrezzature, i DPI, gli adesivi e i cartelli, le funzioni di comando, le normative di sicurezza
Da non dimenticare:
In ogni caso, chi svolge il lavoro dovrà attenersi alle regole vigenti nel luogo in cui il lavoro viene svolto e assicurarsi che le condizioni delle attrezzature Genie siano appropriate.
L’attrezzatura Genie dovrà essere azionata conformemente a tutte le restrizioni, le istruzioni e le avvertenze contenute nel manuale e l’operatore dovrà sempre utilizzare correttamente i DPI.
La piattaforma dovrà essere posizionata su una superficie stabile e livellata e chi la manovra dovrà uscire solo attraverso la barra o il cancelletto d’ingresso scorrevole sapendo in anticipo come anticipare eventuali movimenti verticali e orizzontali della piattaforma durante le operazioni di entrata e uscita dalla cesta.
Per effettuare lo sbarco:
- l’ingresso della piattaforma dovrà trovarsi il più vicino possibile al di sopra della superficie, ma non oltre 6 in/15 cm dalla superficie
- il vento non dovrà superare i 32 km/h
- andrà anticipatamente redatto un piano di evacuazione
In poche parole, lo sbarco, per dirsi approvato dovrà essere sempre conforme alle vigenti norme governative, provinciali, locali e del proprio luogo di lavoro o alle regole del mercato in cui si opera.
Ma cosa si intende quando si parla di sbarco in quota?
Lo “sbarco in quota” è una manovra con la quale gli operatori delle piattaforme di lavoro elevabili possono raggiungere aree sopraelevate con la cesta per poi scendere/salire da questa. Una operazione complessa e se non fatta secondo le normative vigenti, con i dovuti accorgimenti e i giusti DPI, anche potenzialmente pericolosa.
Quali sono i rischi?
- sollevamento o abbassamento repentino della piattaforma (con possibilità di danneggiamento della macchina, effetto “catapulta” e perdita di equilibrio per gli operatori
- caduta dall’alto: con possibile rischio di ribaltamento della macchina
- errore di manovra dell’operatore della PLEche può determinare instabilità e conseguenti danneggiamenti
Altri rischi possono derivare dalle caratteristiche dell’area di sbarco che può essere non lineare, scivolosa, piena di ostacoli quindi, in ogni caso prima di effettuare questa manovra bisogna sempre:
- conoscere perfettamente la procedura e le regole per effettuarla
- consultare il manuale di istruzioni fornito dal costruttore
Se l’operatore deve assolutamente sbarcare in quota con una PLE, se non ci sono altri sistemi che permettano il raggiungimento della quota prevista, deve scegliere la macchina in funzione del tipo di attività da eseguire.
Nello specifico, il manuale della macchina può dire che:
- lo sbarco è assolutamente vietato
- lo sbarco è consentito entro dei limiti di impiego
- in alternativa può non avere riferimenti allo sbarco
Una volta consultato il manuale bisogna anche sincerarsi:
- di conoscere perfettamente la tipologia di lavoro da eseguire;
- avere analizzato accuratamente il luogo dove sbarcare in quota;
- aver scelto la giusta PLE per sbarcare
E bisogna anche sapere se lo sbarco avverrà in un’area protetta da parapetti su tutto il perimetro, se l’accesso è tangente all’area protetta da parapetti ma presenta un rischio di caduta, se si tratta di un accesso con punti di ancoraggio e linee vita o se l’accesso non presenta punti di ancoraggio.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un uso sempre più assiduo delle PLE per raggiungere luoghi di lavoro in quota e sbarcare per effettuare l’attività su tetti e, per esempio, terrazze. Che si tratti di edilizia, settore impiantistica o manutenzione, questa è una manovra difficile che, però, sembra essere di estrema utilità per molti utilizzatori ma non esplicitamente consentita dalla UNI EN 280:2015.
Insomma, come abbiamo visto, lo sbarco in quota è una manovra della quale si parla molto ma intorno alla quale bisogna fare chiarezza.
La sicurezza al primo posto:
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