Da qualche settimana il Liceo Scientifico “A. Gatto” di Agropoli ha un nuovo aspetto grazie allo street artist Manuel di Rita, conosciuto come “Peeta”, che, nell’ambito del progetto Urban Area, ha realizzato un’opera di 300 mq che si estende su quattro diverse facciate dell’edificio.
A ideare il progetto è stata a.DNA, associazione di promozione sociale, fondata da Mirko Pierri e Sonia Di Santo, che promuove l’arte indipendente, con l’obiettivo di condividere sapere, creare partecipazione attiva e diffondere messaggi condivisi in spazi pubblici. Con questa iniziativa a.DNA ha voluto sottolineare come l’arte contemporanea possa coniugarsi quotidianamente con la cultura, e per questo la scelta di portare un artista di fama internazionale in un Liceo è stata particolarmente significativa.
Elevateur è stata sponsor tecnico dell’evento, mettendo a disposizione a noleggio una piattaforma autocarrata CTE ZED 21.2, che raggiunge i 20 metri di altezza, e che ha permesso a Peeta di realizzare uno dei suoi murales tridimensionali, che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
A parlarci del progetto “Urban Area” approdato ad Agropoli è stato il Project Manager di a.DNA, Mirko Pierri:
Dal 2014 lavoriamo a Roma e a Salerno coinvolgendo diversi quartieri romani e comuni della provincia salernitana con opere murali site-specific. Abbiamo collaborato con artisti locali, nazionali e stranieri, riconosciuti in tutto il mondo come tra i maggiori esponenti della street-urban art e graffiti-writing. Siamo contenti che anche il Dirigente Scolastico del Liceo Gatto di Agropoli ci abbia contattato, spinto dalla voglia dei suoi studenti di partecipare al nostro progetto, che dal 2013 ha concentrato la maggior parte degli interventi murali negli istituti scolastici, organizzando workshop pratici con i ragazzi, che hanno spesso affiancato gli interventi degli artisti professionisti invitati.
Pierri ha infine illustrato nel dettaglio la funzionalità della ZED 21.2 per la realizzazione del murale di Peeta:
La piattaforma è stata fondamentale, infatti la difficile superficie composta da quattro facciate alte più di 16 m, per un totale di oltre 300 mq, è stata dipinta in modo ottimale, grazie ai movimenti precisi e fluidi della piattaforma, agevolati da una facilità di posizionamento, sbraccio e una stabilizzazione ottima. Inoltre la continua assistenza a distanza, ha permesso all’artista, già provvisto di patentino, di conoscere la macchina e guidarla al meglio delle sue potenzialità, supportandolo in ogni fase di realizzazione della difficile opera anamorfica, così conclusa con successo.